L'acqua è vita, salute e sviluppo. ADK da accesso a fonti idriche sicure, per prevenire le malattie legate all'uso di acqua contaminata e per migliorare la vita quotidiana delle donne, dei bambini e di tutta la popolazione. Secondo uno studio del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente naturale (PNUD), pubblicato nel 2011,
2011, circa 51 milioni di persone nella Repubblica democratica del Congo (RDC), cioè i tre quarti della popolazione, non hanno accesso all'acqua potabile, anche se il paese detiene più della metà delle riserve di acqua dolce dell’ Africa, senza contare i fiumi ed i laghi.
I conflitti, la degradazione dell'ambiente naturale, l'urbanizzazione e la mancanza di investimenti nelle infrastrutture ha influenzato gravemente la disponibilità in acqua potabile in questo paese.
Gli sforzi forniti sembrano finora concentrarsi sui problemi legati alle carenze di acqua nelle grandi città. Difatti la RDC ha uno dei tassi di crescita urbana più veloce del mondo non corredati di servizi in acqua ed in risanamento adeguati.
Ma la grande maggioranza dei congolesi vive nei villaggi e vive questa realtà in un modo ancora più drammatico che nelle città.
Secondo uno studio dell'UNICEF, un bambino che vive in un villaggio congolese ha quattro volte più probabilità di bere dell'acqua contaminata di un bambino che vive in zona urbana. Lo stesso studio dell'UNICEF ha attirato l'attenzione su circa 37 milioni di residenti rurali nella RDC che rischiano di contrarre delle malattie dovute al fatto che non hanno altra scelta che attingere dell'acqua non trattata direttamente dai fiumi o dai laghi che sono suscettibili di essere contaminati.
L'ADK vorrebbe contribuire a risolvere questo problema costruendo più pozzi di acqua potabile nei villaggi sprovvisti e più esposti ad ogni tipo di malattie. Perché la mancanza di accesso all'acqua potabile comporta i rischi di contaminazione che sono alla base di numerose malattie, in particolare il colera, la diarrea, la poliomielite o la febbre tifoide tuttavia evitabili.